Lunedì sciopero dei trasporti di quattro ore

TERAMO – Disagi al trasporto pubblico, lunedì, per lo sciopero di quattro ore indetto dalle organizzazioni sindacali, nazionali e regionali, di Filt-Cgil Fit-Cisl Uiltrasporti Faisa-Cisal e Ugl.  Le possibili astensioni dal lavoro, come comunica l’Arpa, riguardano la fascia oraria compresa tra le 9,30 e le 13,30. Inoltre, a causa delle modalità dell’astensione lavorativa, la ripresa del servizio subito dopo lo sciopero potrebbe non essere assicurata per alcune corse in partenza nelle fasce orarie garantite. “La Filt-Cgil – si legge in una nota dell’azienda abruzzese – invita allo sciopero i lavoratori anche per richiamare l’attenzione sullo stato di crisi dell’Arpa”. Fit-Cisl Uiltrasporti Faisa-Cisal abruzzesi protestano per il mancato decollo della riforma del Tpl, pertanto hanno dichiarato l’astensione dalle prestazioni straordinarie  da domani fino a lunedì,  e questo potrebbe causare la mancata erogazione di corse sia al mattino sia nel primo pomeriggio.

 LA CGIL: SERVE INVESIONE DI ROTTA – intanto la Cgil torna sul problema lavoro. Siamo in un Paese in recessione, ovvio, ma all’Abruzzo la ripresa (senza interventi specifici e mirati per il nostro territorio) da sola non basterà, la regione dovrà cambiare passo se non vuole rischiare di tornare indietro, verso il Mezzogiorno, verso temi e problemi sociali dai quali si era faticosamente emancipata. Il sindacato cita gli ultimi dati forniti dall’Istat. «In Abruzzo – afferma Gianni Di Cesare – non soltanto non si crea nuovo lavoro ma sfuma anche quello che c’era prima: in un anno (dal terzo trimestre del 2012 allo stesso periodo di quest’anno) abbiamo perso 31.000 posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione dal 9,5% è cresciuto fino all’11,8%. Negli ultimi dieci anni non si era andati mai così male. In queste condizioni sarà difficile per l’Abruzzo una risalita del tasso di occupazione, che nel periodo considerato è sceso dal 56,9% al 53,1%. Inoltre a chiarire il peso della disoccupazione in questa regione non basta il dato sulle persone in cerca di lavoro (64 mila abruzzesi, comunque 10mila in più) ma bisogna considerare anche il numero degli inattivi, cioè di coloro che sono sfiduciati e non si iscrivono alle liste del collocamento, che non provano a cercarsi un lavoro. Senza dimenticare che l’Istat colloca tra gli occupati anche chi utilizza i vari ammortizzatori sociali». La Cgil chiede dunque un’inversione di rotta radicale. «L’Abruzzo – conclude Di Cesare – è già sceso sotto la soglia del mezzo milione di occupati (erano 508 mila, oggi sono 477 mila): quanti altri dovremo perderne prima di cambiare la politica economica e quella industriale? Cosa diremo ai giovani che non trovano occupazione?». La Cgil chiede infine azioni forti e decise «perché da questa crisi si esce soltanto con una grande trasformazione, con un nuovo modello di sviluppo».